Analisi del passo

Altro tassello importante del metodo/sistema Ortopedia Olistica Antiaging è la valutazione posturale con analisi dell’appoggio plantare. Esistono vari strumenti per eseguire questo tipo di analisi. Per valutare la volta plantare e la distribuzione dei carichi dei piedi sono necessari, oltre all’esame clinico (fondamentale), due esami strumentali: esame radiografico e podometria.

Postura vuol dire base di appoggio

Oggi si parla molto di postura ma non si parla mai del piede, dimenticandoci che la postura dipende soprattutto dalla base di appoggio. Un alterato appoggio plantare non causa solo dolori locali al piede, ma tutto il corpo viene coinvolto qualora non venga rispettato il giusto asse di carico. Infatti, in ortostatismo, in un corpo equilibrato, l’asse di carico a partenza dall’apofisi posteriore del calcagno, passante per il centro della tibio-tarsica deve proseguire per il centro del ginocchio fino al centro della testa femorale. Quando questo asse risulta alterato si generano alterazioni dovute al sovraccarico. È risaputo che un ginocchio valgo o varo, un’anca valga o vara congenite generano col tempo patologie organiche perché non lavorano in asse.

Le stesse patologie però possono insorgere anche quando il ginocchio o l’anca sono normoconformate ma è alterato comunque l’asse di carico per uno squilibro della tibio-tarsica (caviglia). In questi casi l’articolazione del ginocchio o dell’anca subirà l’alterato equilibrio dell’asse di carico e genereranno patologie funzionali del tutto sovrapponibili a quelle organiche. Anche le patologie funzionali col tempo si trasformano in patologie organiche non più reversibili.
Quindi pazienti apparentemente sani, cioè che non presentano anomalie congenite degli arti inferiori possono presentare “malattie biomeccaniche” alle ginocchia, all’anca, alla colonna del tutto simili a quelle congenite.

Distinguiamo dal punto di vista posturale sostanzialmente tre atteggiamenti patologici:

analisi-del-passo-postura-salerno-campania
Alterazioni sovrasegmentarie
piede
Tipologie di appoggio

Piede cavo normoatteggiato

Se osserviamo un paziente con piede cavo normoatteggiato, scalzo, in ortostatismo, in antero-posteriore notiamo che egli tende ad anteporre entrambe le scapolo omerali e ad assumere un atteggiamento in flessione del rachide.


Se lo osserviamo lateralmente notiamo che gli arti inferiori non sono in asse ma obliqui da davanti (bacino) in dietro (collo piede), il bacino è anteposto ed il rachide è flesso. Questo atteggiamento è più o meno marcato a seconda dell’entità della retrazione del sistema achilleo-calcaneo plantare tipica in un piede cavo che va ad interagire anche con il rachide.
Infatti questi pazienti lamentano dolore a “fascia” a livello lombare che non regredisce con i farmaci né con la fisioterapia se non temporaneamente.

Se eseguiamo nel tempo controlli radiografici e successivamente risonanze magnetiche osserviamo che il rachide tende a verticalizzarsi, poi a presentare protrusioni discali, espressione di una progressiva degenerazione innescata da una postura alterata a causa di una costante trazione.
Quindi il rialzo calcaneare in piedi cavi normoatteggiati (previo analisi del passo) prevengono e curano le peritendiniti, le tendiniti, le tendinosi dell’achilleo e anche le lombalgie da contrattura. Se il paziente accusa dolore in sede metatarsale allora si propone un’ortesi plantare per ridurre la metatarsalgia che il piede cavo con indice metatarsale sfavorevole accusa comunque dopo i 40 anni a prescindere della calzatura con e senza tacco adeguato adottata.

Come sappiamo i cereali (anche quelli integrali) ed i  legumi contengono lectine, sostanze che servono per difendere il seme dalla digestione del cibo. Questa caratteristica fa sì che questi alimenti tendono ad irritare l’intestino, modificando la permeabilità delle pareti,  riducono l’assorbimento dei nutrienti , in pratica non sono adatti all’alimentazione umana .

Quando l’intestino è irritato causa infiammazione nel corpo, l’infiammazione produce una serie infinita di problemi di salute tra cui obesità e celiachia che anni fa non si conoscevano e sono cresciute velocemente assieme allo sviluppo dell’agricoltura e con le industrie di prodotti da forno, prodotti che si mantengono a lungo e facili da trasportare. Mangiando Paleo si impara a riconoscere quali sono i cibi che hanno la capacità di essere dannosi per il nostro organismo, se si reagisce a qualcosa di negativo si diventa consapevoli che non si dovrebbe mangiarlo. Per sapere se la Paleo è giusta per voi il modo migliore è provare per 30 giorni, vedete gli effetti su di voi e poi rivalutate. Molto probabilmente porrete fine alla fame nervosa, vi sentirete più sani e più energici di prima.

Il piede supinato

Le condizioni che determinano un piede supinato sono: Il piede cavo anteriore mediale, le metatarsalgie, l’alluce rigido, la fascite plantare, l’esito di lesioni post traumatiche del piede e della tibio-tarsica.

La supinazione, che può determinarsi su qualsiasi modello di piede, la ritroviamo soprattutto nel piede cavo. In dinamica, la supinazione del piede induce un “forzamento” progressivo della Lisfranc e una tensione sugli estensori per cui l’alluce tende a varizzare e le dita si portano a colpo di vento invertito che può arrivare fino all’accavallamento del secondo dito sull’alluce.

Sempre in dinamica osserviamo che alla supinazione dell’avampiede si associa un atteggiamento in varo del retro piede, per cui l’asse di carico pasante per la tibio-tarsica non è più perpendicolare ma è inclinato verso l’esterno. Se osserviamo il ginocchio l’asse di carico non è perpendicolare al centro ma è spostato verso l’interno, in pratica il ginocchio funziona in varo come un ginocchio varo congenito. Un piede, qualunque sia il tipo di volta plantare, che deambula in supinazione determina callosità lungo il bordo esterno del piede, borsite a carico della quinta testa metatarsale, callosità plantari in corrispondenza del quarto e quinto metatarso, infradduzione del quinto dito, sindrome del seno del tarso, sindrome della zampa d’oca, trocanterite, lombalgia con conseguente verticalizzazione e rigidità del rachide.

Questo complesso quadro clinico si determina progressivamente nel tempo e la sede del dolore varia a seconda del punto in cui il paziente incosciamente cerca di scaricare maggiormente il carico per alleviare il dolore già percepito.
Dopo i 50 anni, pazienti, che non avevano mai avuto le ginocchia vare congenite, iniziano a notare una progressiva deformità in varo della tibia prima e del ginocchio poi. Tale deformità può giungere fino a dover essere necessario un intervento protesico.
La deambulazione in supinazione può determinare una serie di patologie biomeccaniche che possono essere scambiate per patologie autonome per cui il trattamento chirurgico, medico, fisioterapico risulta alla fine parzialmente e temporaneamente efficace se permangono gli squilibri biomeccanici del piede. Modificando la scarpa applicando un cuneo pronatore al tacco o alla suola non solo non risolve la problematica, ma al contrario, si possono creare ulteriori meccanismi di difesa da parte del piede che determinano un incremento di quelle stesse patologie che avevano creato la supinazione.

Il piede pronato

Il valgo di calcagno responsabile della pronazione del piede lo riscontriamo nel piede piatto, nel piede cavo valgo e nel piede degenerativo dell’adulto.

In tutte queste situazioni il piede portandosi in pronazione induce un sovraccarico della prima testa metatarsale creando un alluce valgo secondario. Alla deformità dell’alluce spesso si associa il “colpo di vento” delle dita esterne generata dalla tensione dei tendini estensori.


La pronazione del retropiede fa si che l’asse di carico passante per l’apofisi posteriore del calcagno è deviato verso l’interno. Questa deviazione induce il carico a disporsi sul ginocchio verso l’esterno per cui anche il ginocchio “valigizza”. Anche in questo caso si determina a carico del ginocchio la sindrome della zampa d’oca probabilmente da stiramento di questa struttura; contestualmente si evidenzia dolore sull’emirima esterna tipica di un ginocchio effettivamente valgo. Il valgo di ginocchio si ripercuote anche sugli adduttori per cui non è infrequente la pubalgia.

Quindi la pronazione del retropiede determina:
· Sovraccarico della prima testa metatarsale con potenziale alluce valgo secondario
· Colpo di vento delle dita esterne
· Peritendinite inserzionale del tibiale posteriore
· Atteggiamento in valgo del ginocchio con sindrome della zampa d’oca
· Meniscopatia esterna
· Pubalgia

Per tutti questi motivi è consigliato l’intervento chirurgico correttivo nei bambini/adolescenti che presentano un retropiede pronato. L’intervento in questi casi è veloce, sicuro e standardizzato; a differenza delle indicazioni che diamo negli adulti.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei plantari, che NON portano a guarigione, è molto discusso ed andrebbe valutato caso per caso discernendo per ovvi motivi il bambino dall’adulto, in quest’ultimo sono sempre consigliati. Va progettato un plantare adeguato che cerchi di ripristinare, sostenendo la volta, l’equilibrio della tibio-tarsica (caviglia).
Se l’ortesi risulta inefficace allora è consigliato l’intervento chirurgico sul piede anche nell’adulto, non solo per il dolore locale, ma anche per evitare ulteriori conseguenze sovrasegmentarie.

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